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A Revine-Lago una finestra aperta sull’archeologia

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archeologia

Un progetto per rianimare e sensibilizzare il territorio sulla sua storia e le testimonianze archeologiche che ci sono pervenute, nella vallata tra i comuni di Revine-Lago e Miane, in provincia di Treviso. Un’area che per 7mila anni ha accumulato un patrimonio culturale, sia materiale che immateriale, di grande valore, grazie alle sue risorse, alla conformazione e alla resilienza.

La locandina del progetto

L’obiettivo di quest’iniziativa, organizzata dall’università di Ferrara, è sintetizzabile nel titolo che dà il nome alla rassegna di eventi: Una finestra aperta sull’archeologia in vallata.

Il progetto consiste in una serie di iniziative di ricerca, visite educative, incontri su temi archeologici e dimostrazioni di tecnologie antiche e nuove per l’indagine archeologica. Tutto per far «comprendere le vicende che hanno caratterizzato questo territorio, in un escursus temporale che va
dalla preistoria al medioevo», spiegano gli organizzatori.

A collaborare saranno numerosi enti, del territorio e non: oltre all’università di Ferrara, prenderanno parte al progetto l’Unpli di Treviso, il Parco archeologico didattico del Livelet, il Circolo vittoriese di ricerche storiche, il museo civico La terra e l’uomo di Crocetta del Montello, la cooperative Isthar e l’associazione Suliis as torc.

La rassegna inizierà domani, domenica 6 novembre, con un calendario ricco di attività.

Come location per lo svolgersi degli eventi nell’arco della mattinata e il pomeriggio è stato individuato il Parco archeologico didattico del Livelet a Revine-Lago. Un appuntamento importante, che segnerà infatti l’ultima giornata di apertura della stagione 2022 per il Parco, prima della chiusura invernale.

Le tematiche affrontate

Per ciò che riguarda la Preistoria, verranno simulate attività facenti parte della vita quotidiana comunitaria come: accensione del fuoco con la tecnica a percussione, foggiatura dell’argilla con la tecnica del colombino, scheggiatura di selce per la produzione di strumenti, utilizzo di strumenti da caccia quali lancia con propulsore, arco e frecce, e tessitura con telaio in legno. Inoltre, non mancheranno le visite guidate alle palafitte.

I rievocatori protostorici proporranno, invece, l’allestimento di un campo, completo di velario e tende, riproducendo attività riconducibili ai Veneti Antichi; quali: tintura della lana con pigmenti naturali, forgiatura dei metalli per la creazione di utensili, dimostrazione di scrittura, conio della dracma venetica, e ricostruzione di un rituale di dono alle acque, attraverso gestualità, frasi in lingua e storytelling.

Infine, grazie al contributo dei ricercatori dell’Università degli studi di Ferrara, verranno presentate alcune applicazioni tecnologico-innovative, utilizzate in campo archeologico: il rilevamento delle differenze del campo magnetico terrestre attraverso un gradiometro magnetico di tipo Overhauser, l’individuazione plano-altimetrica per la ricerca di strutture archeologiche sepolte tramite georadar, e la simulazione di rilievo con drone.

Eventi collaterali

In concomitanza, nella giornata di domani si svolgeranno anche alcuni incontri all’interno del salone del Parco archeologico: dalle 11.15 alle 12, si terrà la conferenza dal titolo “Il popolamento delle prealpi venete”, curata dal dottor Davide Visentin, ricercatore Marie Curie presso l’università di Barcellona.

Dopo la pausa pranzo, si terrà l’incontro “Viabilità antica della vallata. Storia ed esplorazioni di superficie”, a cura del dottor Giovanni Tomasi, ex medico, ora ricercatore e studioso, in programma dalle 15 alle 15.45.

A chiudere le iniziative infine, dalle 16 alle 16.45, “Le fortificazioni medievali in Vallata”, conferenza tenuta dal dottor Michele Zanchetta, dell’associazione nazionale archeologi.

Le altre giornate

L’iniziativa non si esaurirà con la giornata di domani: domenica 13 e 20 novembre, infatti, si svolgeranno delle giornate di porte aperte all’area archeologica dei laghi di san Giorgio e santa Maria di Tarzo, luoghi nei quali alcuni ricercatori dell’università di Ferrara dal 2019, nell’ambito del progetto Relacus, stanno conducendo scavi per riportare alla luce quello che finora è l’unico insediamento preistorico palafitticolo del Veneto orientale. In entrambe le giornate gli scavi saranno aperti ai visitatori dalle 10 alle 13.

Domenica 20 novembre, infine, dalle 15 alle 16 è prevista una visita guidata gratuita dell’abbazia cistercense di Santa Maria a Follina. La visita sarà in una struttura conosciuta a livello internazionale risalente al 1100; a guidare i visitatori sarà la dottoressa Cristina Chiesura, storica dell’arte ed educatrice museale.


Una kermesse, dunque, che animerà la sinistra Piave con appuntamenti dedicati alla cultura locale.
«”Una finestra aperta sull’archeologia in Vallata” è stata pensata, ed è realizzabile, ponendo in sinergia soggetti che, con la loro attività, si occupano da anni di ricerca, formazione, e divulgazione del territorio vallivo e del Veneto – scrivono gli organizzatori dell’iniziativa – A tutti loro va un sentito ringraziamento, con l’auspicio che l’iniziativa sia di vostro gradimento».

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.parcolivelet.it, i profili social del Parco, del Circolo vittoriese di ricerche storiche e dei relatori, o recarsi agli Iat di Vittorio Veneto e Conegliano.

Il progetto è sostenuto dalla direzione di Beni e attività culturali e sport della regione del Veneto.

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