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Crocifisso Ligneo Veneziano del XV Secolo Restaurato riorna a Pianezze di Valdobbiadene

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Treviso, 20 ottobre 2023 – Dopo un attento processo di studio e restauro, il Crocifisso ligneo di scuola veneziana del XV secolo è stato riportato alla sua dimora originaria nel Tempio Internazionale del Donatore di Pianezze di Valdobbiadene (TV). Questo significativo progetto di recupero dell’opera è stato ufficialmente presentato presso la sede dell’Avis Regionale del Veneto. Inoltre, si terrà una messa e benedizione del Crocifisso il 22 ottobre alle 11:00 presso il Tempio, seguita da un momento istituzionale e discussioni sull’opera con la partecipazione di autorità religiose e civili. I visitatori avranno l’opportunità di partecipare a visite guidate organizzate dai volontari dell’ODV Tempio Internazionale del Donatore fino alle ore 17:00.

Il processo di restauro, avviato a marzo 2022 e completato a settembre 2023, è stato proposto dall’ODV Tempio Internazionale del Donatore ed è stato realizzato grazie al generoso contributo del FAI e Intesa Sanpaolo, insieme al coinvolgimento di varie associazioni e aziende partner. Questo progetto è stato reso possibile grazie all’iniziativa “I Luoghi del Cuore” del 2020, in cui il Tempio è stato il leader indiscusso nella classifica regionale del Veneto con 7.419 voti. Questo ha consentito l’inserimento del restauro del Crocifisso nel bando del 2021, ottenendo i fondi necessari per finanziare il progetto, con un totale di 22.643 euro, di cui 12.114 euro forniti da FAI e Intesa Sanpaolo. Numerose organizzazioni hanno sostenuto questo sforzo, tra cui Avis Nazionale, Avis Regionale Veneto, Avis Provinciale Treviso, Fidas Regionale Veneto, Aido Nazionale, l’azienda locale Veneto Vetro e l’emittente Valdo TV.

La responsabile del restauro, la dottoressa Valentina Piovan, una restauratrice e storica dell’arte padovana, ha coordinato le attività di consolidamento strutturale, pulizia e recupero del Crocifisso. Il team di lavoro ha incluso i funzionari Luca Maioli e Monica Pregnolato della Cura scientifica e Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. La consulenza storico-artistica e tecnica è stata fornita da Luca Mor e Angelo Pizzolongo, mentre le indagini scientifiche e fisiche sono state condotte da Davide Bussolari, con le analisi chimiche eseguite da Stefano Volpin.

Il Crocifisso, realizzato nel pieno del Quattrocento, è stato scolpito in legno di tiglio e porta la firma di un abile artigiano veneziano. L’opera si distingue per la precisione con cui è stata rappresentata la sofferenza attraverso il volto, i dettagli anatomici e la postura del corpo crocifisso. Il volto smagrito, con la bocca aperta che svela lingua e denti, rende tangibile il dolore. Durante il restauro, è emerso un elemento sorprendente: il volto di Cristo, precedentemente rappresentato con gli occhi chiusi, è apparso con gli occhi aperti, nel momento del suo spirare.

Questo significativo restauro del Crocifisso ligneo veneziano rappresenta un notevole traguardo per la conservazione del patrimonio artistico e culturale, restituendo a questo capolavoro del XV secolo la sua bellezza originaria e un nuovo punto di vista sulla rappresentazione della sofferenza e della fede.

«Abbiamo di fronte una scultura lignea superstite di età rinascimentale, proveniente dall’entroterra veneto, ancora foriero di tesori sconosciuti quanto preziosi» commenta la restauratrice Valentina Piovan «questo complesso intervento ha permesso il recupero di un manufatto antico quanto inaspettato, dalla storia conservativa lunga più di seicento anni».

Le indagini diagnostiche, fisiche e chimiche sono state fondamentali per acquisire specifiche informazioni sulla tecnica esecutiva e per identificare i componenti pittorici, originali e non del Crocifisso. Tutte le informazioni acquisite si sono rivelate estremamente utili per documentare le molteplici ridipinture successive. Dopodiché il Crocifisso è stato sottoposto a una radiografia digitale RX, eseguita da Davide Bussolari (ditta Diagnostica per l’Arte Fabbri di Modena) che ha permesso di scoprire le parti interne individuando gli elementi costruttivi e i chiodi presenti. Le analisi microstratigrafiche hanno invece mappato il film pittorico evidenziando la tecnica e la sovrapposizione dei materiali aggiunti con i vari interventi di restauro.

In questi mesi è stato eseguito un complesso lavoro di recupero, procedendo per aggiunta e sottrazione.

«Le mani e i piedi del Cristo erano in parte mutili ma ora, dopo il restauro, sono visibili nella loro completezza grazie all’aggiunta di dita sagomate adeguate alle dimensioni e dalla forma contratta suggerita dalle porzioni originali, togliendo i rifacimenti di dita che erano state fatte in passato con delle protesi piuttosto grossolane. La capigliatura, invece, è trattenuta da una corona intrecciata di spine, in origine con aculei in legno innestati negli appositi piccoli fori ad incastro, ora sostituiti con listelli lignei sagomati» rileva la dottoressa Piovan.

Particolarmente delicato il lavoro di rimozione fino a sei strati tra stesure di colore e stuccature che in diversi momenti storici sono andate a coprire la preparazione e la pigmentazione originali.

«L’asportazione delle tenaci ridipinture è stata eseguita gradualmente per strati, ripetendo l’operazione fino allo scoprimento e al recupero dello strato più antico, così come definito dalla Soprintendenza di competenza e dalla commissione di studio» spiega Piovan.

Ines Lanfranchi Thomas, Presidente Regionale FAI Veneto, commenta così il restauro appena concluso: «I luoghi del cuore sono luoghi speciali, spesso trascurati e a rischio, attorno ai quali le comunità si stringono, uniscono le forze per ribaltarne le sorti. Dalla “cittadinanza attiva” scaturiscono spesso effetti virtuosi per luoghi identitari, per i quali si desidera tutela e valorizzazione; anche grazie al censimento, il FAI raccoglie le istanze e coopera con le comunità locali per la salvaguardia del patrimonio. Così è accaduto per il Tempio internazionale del Donatore e il suo Crocifisso ligneo. Lavorare insieme: FAI, Intesa Sanpaolo e tutta la rete delle associazioni del Dono, guidate dall’ODV Tempio internazionale del Donatore, ha infatti permesso la tutela di un bene che è anche simbolo di amore e rispetto, verso le persone e il patrimonio».

«Non possiamo che essere grati al FAI per il sostegno finanziario concesso e a tutte le 7.419 persone che hanno votato il Tempio, rendendo possibile il restauro del suo Crocifisso. Quest’opera, che siete tutti invitati a visitare, oltre a una indiscutibile valenza artistica e culturale, trasmette anche un notevole significato storico e simbolico» afferma Gino Foffano, presidente dell’ODV Tempio «per tutta la durata della Prima Guerra Mondiale, infatti, il Crocifisso venne conservato, secondo fonti locali, in una piccola chiesetta lungo la linea del Piave, dove venivano riuniti i corpi dei soldati uccisi al fronte. L’opera restaurata costituisce un monito contro l’inutile spargimento di sangue e violenza causato da tutte le guerre».

Sergio Capretta

Presidente e direttore responsabile di Valdo Tv, Organizzazione Giornalistica Europea Giornalista indipendente. European Journalist GNS Association - International News Agency Esperto nel settore dei media online e videomaking. Esperto in editing non lineare, social media, video, Web e programmazione.

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