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La prima vittima di Immuni costretta alla quarantena

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«Mi hanno messa ai domiciliari senza una ragione» così esordisce la signora di Bari, prima vittima dei limiti di Immuni, costretta a rimanere in quarantena dopo che l’app ha segnalato la possibilità di un presunto contatto con un soggetto positivo al Covid-19.

«La mia colpa? Aver scaricato la app Immuni, aver avuto senso civico. Sono stata un paio d’ore al mare osservando il distanziamento interpersonale – racconta la donna – In serata io e mio marito siamo andati a cena con parenti, sempre osservando le norme di sicurezza, a partire dall’uso delle mascherine nei casi previsti. Domenica mattina sono stata un’oretta al mare, in un punto di litorale non affollato, in compagnia di mia cugina, prima di lasciare la villa e rientrare a casa in città per il pranzo».

Nel pomeriggio, però, è avvenuto l’imprevedibile: prima il messaggio dall’app, con un codice da comunicare al medico di base, poi l’intervento dell’Asl che ha, di fatto, imposto la quarantena.

«Va premesso che la app segnala i “potenziali” contatti a rischio coi quali si è stati a distanza ravvicinata per 15 minuti nelle 24 ore precedenti all’invio dell’allerta – prosegue la signora – Ebbene, in spiaggia io e mia cugina siamo state distanti dagli altri; a cena con i parenti abbiamo utilizzato i dispositivi di protezione e osservato le norme di igiene. Non solo, tagliamo la testa al toro: mia cugina e gli altri miei parenti non hanno scaricato l’applicazione e quindi non possono essere “sospettati”. E, per giunta, il bollettino della Regione venerdì e sabato segnalava zero casi in provincia di Bari»

«Non riesco a tollerare questa limitazione della libertà – spiega la signora – pensavo di vivere in uno Stato democratico non in Corea del Nord. Sono agli arresti, ma senza aver avuto nemmeno diritto a un regolare processo. Anche se sto benissimo, andrò a fare il tampone privatamente, visto che il servizio sanitario pubblico me lo nega. Eppure dalla Regione sento ripetere che la gestione dell’emergenza è stata ed è fantastica. Che i casi di contagio sono a zero, che la app Immuni non ne ha segnalato nessuno. E il mio caso allora?»

Un risultato, però, Immuni lo ha dato: alla domanda di cosa ne pensa dell’app, la signora sbotta «Ah no guardi, l’esperienza mi è bastata: l’ho disinstallata e ho consigliato a parenti e amici di fare altrettanto».

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Sergio Capretta

Presidente e direttore responsabile di Valdo Tv, Organizzazione Giornalistica Europea Giornalista indipendente. European Journalist GNS Association - International News Agency Esperto nel settore dei media online e videomaking. Esperto in editing non lineare, social media, video, Web e programmazione.

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